Direttiva Case Green: come funziona e quando diventerà legge?

L’iter per l’approvazione della direttiva Case Green, iniziato lo scorso marzo con la votazione al Parlamento Europeo, può definirsi ufficialmente concluso. Pochi giorni fa, per la precisione il 28 maggio, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. In che modo gli stati membri ed ovviamente anche l’Italia dovranno adattarsi alla nuova normativa?

Nelle prossime righe entreremo nel dettaglio degli interventi che ogni Paese dell’Unione dovrà effettuare per adeguarsi alle disposizioni europee. Ci soffermeremo anche sulle tempistiche di recepimento che dovrebbero portare alla trasformazione del nostro vecchio patrimonio immobiliare in case ecosostenibili.

Che cosa si intende per “case green”?

L’Agenda Europea parla chiara: il 2050 rappresenta la deadline per concretizzare la decarbonizzazione del Vecchio Continente. Il perseguimento di tale obiettivo molto ambizioso passa anche dal rinnovamento degli edifici presenti sul territorio. Le vecchie abitazioni si dovranno trasformare in case green. Ma che cosa si intende con questo termine?

Le abitazioni del futuro saranno caratterizzate da tutta una serie di parametri di ecosostenibilità che contribuiranno a ridurre al minimo il fabbisogno energetico. Quest’ultimo dovrà essere soddisfatto attraverso l’energia prodotta da fonti rinnovabili.

La trasformazione non riguarderà le nuove costruzioni che sono già ecosostenibili, bensì gli edifici più vecchi che dovranno allinearsi alla direttiva case green attraverso interventi di efficientamento energetico. L’impatto minimo sull’ambiente sarà garantito dall’installazione di impianti fotovoltaici, tetti verdi, pannelli per l’isolamento termico e sistemi di recupero dell’acqua piovana.

Tutto ciò determinerà non solo la riduzione delle emissioni prodotte dagli edifici residenziali, bensì il miglioramento del benessere abitativo degli inquilini ed un sensibile risparmio sui costi in bolletta.

Cosa prevede la direttiva case green?

La normativa case green ha stabilito nel dettaglio una serie di tappe verso un orizzonte di rinnovamento e di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare esistente. Osserviamo quindi nello specifico quali azioni dovrà intraprendere il governo italiano nei prossimi anni per contribuire all’obiettivo della neutralità climatica europea:

  • gli edifici residenziali dovranno diminuire del 16% il consumo di energia entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Calcolatrice alla mano, per centrare il risultato sarà necessario migliorare di almeno due classi le prestazioni energetiche degli edifici più vecchi;
  • il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere rinnovato entro il 2030. La percentuale dovrà salire al 26% entro il 2033;
  • le nuove costruzioni ad uso residenziale dovranno essere in classe energetica A e ad emissioni zero;
  • gli edifici non residenziali saranno caratterizzati da emissioni zero già a partire dal 2028.

Secondo la direttiva Case Green, detta anche Energy performance of buildings directive, almeno il 55% dei risparmi energetici dovrà essere ottenuto attraverso interventi di efficientamento energetico degli edifici meno performanti del nostro patrimonio immobiliare. Il testo di legge introduce anche altre importanti novità. Ad esempio, le caldaie a gas, tipiche in moltissime abitazioni italiane, dovranno essere completamente dismesse a partire dal 2040. A partire dal primo gennaio 2025 lo Stato non potrà rilasciare più alcun tipo di sussidio per la loro installazione.

normativa case green per case ecosostenibili

Entro quanto tempo deve essere recepita la normativa?

A partire dall’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea gli stati membri avranno a disposizione 24 mesi per recepire la direttiva sulle case green. In realtà, ogni governo dovrà perfezionare il decreto legislativo entro quattro mesi dal termine ultimo stabilito dalla Commissione Europea. Quindi, sfogliando il calendario, l’Italia avrà tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni fino al 29 maggio 2026.

Ogni Stato determinerà autonomamente gli standard di prestazione energetica da raggiungere: entro il 2026 sarà necessario presentare all’Unione Europea il Piano nazionale di ristrutturazione con tanto di tabella di marcia ed obiettivi da perseguire.

Esistono delle esenzioni?

La direttiva case green esclude dal piano di rinnovamento gli edifici agricoli e quelli storici. Gli stati membri avranno però a loro disposizione la possibilità di esentare dagli obblighi della normativa gli edifici che fanno parte del patrimonio artistico e culturale, così come i luoghi di culto e le chiese.

Tuttavia, il testo di legge sottolinea come gli stati membri debbano definire criteri rigorosi per rilasciare certe esenzioni.

Quanto costerà all’Italia l’adeguamento alla normativa case green?

L’Italia è il Paese dell’Unione Europea con il patrimonio immobiliare più vecchio e di conseguenza con le prestazioni energetiche peggiori. Sul territorio sono presenti 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% è ad uso residenziale. Di questi l’83% è stato costruito prima del 1990. Scendendo ancora più nel dettaglio si scopre che il 57% degli immobili residenziali è addirittura risalente a prima degli anni ’70.

In base alle analisi condotte dalla società di consulenza Deloitte, il nostro Paese dovrà spendere tra gli 800 e i 1000 miliardi per ridurre il consumo di energia del 20% entro il 2035.

La strada verso la transizione energetica è ancora decisamente lunga e piena di insidie. Le nuove costruzioni proposte da Studio Ungheria vengono realizzate seguendo rigorosi standard di efficienza energetica in conformità alla nuova direttiva case green: tutte le nostre soluzioni abitative sono in classe A. Contattaci per avere maggiori informazioni!

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