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La Bce taglia i tassi sui mutui: cosa accadrà?

Finalmente è arrivata la notizia che in molti attendevano in questo 2025: la Banca Centrale Europea ha annunciato un nuovo taglio dei tassi d’interesse sui mutui. La decisione potrebbe comportare interessanti prospettive per le famiglie italiane e per il mercato immobiliare.

Dopo un periodo contraddistinto dagli aumenti, la politica monetaria dell’Eurozona sta invertendo la rotta, aprendo nuove opportunità per chi ha già un mutuo in corso, ma soprattutto per chi sta valutando di accendere un nuovo finanziamento per l’acquisto di una casa.

L’ inversione di tendenza è dovuta principalmente alla progressiva riduzione dell’inflazione, che ha permesso alla BCE di allentare la stretta monetaria e rendere il costo del denaro più accessibile. Se negli ultimi due anni l’aumento dei tassi aveva reso più costoso l’accesso ai prestiti, ora si prevede un progressivo miglioramento delle condizioni di finanziamento, con possibili ripercussioni su tutto il settore immobiliare.

Ma cosa significa concretamente questo taglio per chi ha già un mutuo o per chi sta valutando un acquisto immobiliare? Quali saranno gli effetti sulle rate mensili e sulle strategie delle banche?

Come varieranno i tassi d’interesse sui mutui?

Oggi 30 gennaio 2025, la Bce ha ridotto i tassi di circa 25 punti base. Senza entrare in tecnicismi, la misura avrà un impatto diretto sulle condizioni di finanziamento offerte dalle banche, le quali a loro volta regolano i tassi applicati ai prestiti concessi ai clienti.

Nello specifico, si prevede una riduzione del costo dei mutui, con effetti immediati per quelli a tasso variabile, mentre i mutui a tasso fisso potrebbero registrare un calo più graduale, legato alle strategie di pricing delle singole banche.

Mutui a Tasso Variabile: quanto si potrà risparmiare?

Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile sarà il primo a beneficiare della riduzione dei tassi, poiché il loro costo è direttamente influenzato dagli indici di riferimento bancario, come ad esempio l’Euribor.

Nella sostanza l’indice rappresenta il costo delle operazioni interbancarie, ovvero le transazioni di prestito che avvengono direttamente tra banche. È strettamente collegato alle decisioni della BCE e la sua variazione incide immediatamente sui mutui indicizzati.

Secondo le stime, il TAN medio per i mutui variabili a 20 e 30 anni era già sceso al 3,93% a fine 2024 e, con il nuovo taglio, potrebbe attestarsi intorno al 3,68%. In alcune offerte potrebbe addirittura scendere fino al 3,24%.

Tutto ciò si tradurrebbe in una riduzione della rata mensile per molti mutuatari.

Qualora la BCE confermasse altri tagli nel corso dell’anno, come ipotizzano alcuni analisti, il TAN medio potrebbe calare ulteriormente fino al 3,18%, permettendo risparmi ancora più significativi.

Cosa aspettarsi per i mutui a tasso fisso?

Chi ha un mutuo a tasso fisso non vedrà un abbassamento immediato della rata, poiché l’interesse applicato resta invariato per tutta la durata del finanziamento. Tuttavia, il taglio dei tassi potrebbe comunque rappresentare una buona notizia per chi sta valutando di sottoscrivere un nuovo mutuo.

In genere, i mutui a tasso fisso tendono a reagire più lentamente alle variazioni della politica monetaria, poiché il loro costo dipende non solo dai tassi di riferimento, ma anche dagli spread applicati dalle banche.

Ciò nonostante, se la tendenza al ribasso dei tassi dovesse proseguire, è possibile che gli istituti di credito adeguino le proprie offerte, proponendo condizioni più vantaggiose anche per questo genere di finanziamenti.

Alcuni esperti ipotizzano che entro fine 2025 le differenze tra mutui fissi e variabili possano ridursi sensibilmente, rendendo le due opzioni quasi equivalenti in termini di convenienza. In uno scenario del genere, chi preferisce la sicurezza di una rata costante potrebbe trovare opportunità molto interessanti.

Surroga e rinegoziazione

Un altro aspetto da considerare è la possibilità, per chi ha già un mutuo, di rinegoziarlo o surrogarlo per ottenere condizioni più vantaggiose. Infatti, chi ha stipulato un finanziamento negli anni in cui i tassi erano più elevati potrebbe valutare la possibilità di trasferire il mutuo presso un’altra banca (surroga) o di negoziare un abbassamento del tasso con il proprio istituto di credito.

Le simulazioni mostrano che un mutuo da 125.000 euro con durata 25 anni potrebbe beneficiare di una riduzione della rata di circa 17 euro al mese grazie a una surroga a condizioni più vantaggiose, determinando un risparmio annuo superiore ai 200 euro.

L’impatto sul mercato immobiliare della riduzione dei tassi

La riduzione dei tassi d’interesse sui mutui si rifletteranno su tutto il mercato immobiliare. L’accesso al credito diventerà più semplice e meno oneroso, incentivando un maggior numero di famiglie e investitori ad acquistare immobili.

Dopo un biennio caratterizzato da una contrazione delle compravendite, il 2025 potrebbe segnare una svolta con una ripresa della domanda abitativa. Molti potenziali acquirenti che avevano rinviato la decisione di comprare un immobile a causa dell’elevato costo dei mutui potrebbero ora tornare sul mercato, approfittando delle nuove condizioni favorevoli.

Anche per gli investitori immobiliari il contesto diventa più favorevole, poiché un minor costo del finanziamento rende più attrattivo l’acquisto di immobili da mettere a reddito. La domanda di abitazioni potrebbe aumentare soprattutto nelle grandi città.

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